• Home
  • Economia
  • Società
  • Mondo
  • Arte
  • Architettura
  • Spettacolo
  • Produzioni

Leonardo Petrucci, l’arte che concilia gli opposti

0 Comment
9 Giu 2016   di Giorgia Basili
Tweet

Tanti progetti in cantiere per il giovane artista toscano, la cui ricerca artistica si concentra attorno a tematiche che da sempre affascinano l’essere umano, come la Geometria Sacra, l’Alchimia, la Cabala e l’Astrologia

Leonardo Petrucci si presenta con il suo piglio e la sua simpatia, il suo indistinguibile accento toscano. Capelli lunghi e pizzetto. L’artista grossetano si muove tra i terreni impervi dell’arte concettuale, ricercando una coerenza e una solidità sistemica nella rete delle sue opere. Il suo mondo artistico si costruisce in itinere, come una fitta tela i cui fili partono da punti disparati per poi disegnare geometrie ben coordinate: il microcosmo degli insetti, delle rocce, delle piante con ogni singola minuzia richiama il macrocosmo, l’universo e l’universale, il sistema solare con le stelle, i pianeti, gli asteroidi e le profondità incommensurabili e lontane anni luce.

Le due gallerie con cui Petrucci intrattiene un rapporto diretto sono The Bibo’s Place, la galleria di Matteo Boetti e Andrea Bizzarro che si configura come luogo di comunicazione tra maestri e giovani artisti e Operativa Arte Contemporanea, la galleria romana dinamica e sperimentale. In attesa della sua prossima personale Petrucci ci ha accolti nel suo studio presso il Pastificio Cerere rispondendo ad alcune nostre curiosità.

2016 - Stelle - Vino su sughero - 32x17 cm

Nelle tue opere ti esprimi attraverso l’uso di materiali e linguaggi diversi, in Stelle e in sole-luna hai scelto il sughero come supporto e il vino come pigmento, a cosa è legata questa scelta e da che immaginario partono queste due opere?

È stata una ricerca parallela, mi sono interrogato sulle modalità in cui alcune civiltà antiche costruivano i propri edifici partendo dall’osservazione degli astri. La disciplina dell’archeoastronomia si è sviluppata intorno a civiltà come i Maya, gli Atzechi ma ancora non si è concentrata in maniera approfondita sugli etruschi. Quest’ultimi ripresero conoscenze astronomiche dai Fenici e dai Sumeri. Decisi di creare delle opere legate alla natura ma che avessero inoltre una connotazione storico-antropologica.

Ho scelto il sughero perché considerato il materiale perfetto per preservare il vino già nella civiltà etrusca e ho usato il vino come fosse inchiostro congiungendo e impiegando così due materiali naturali come la corteccia e l’estratto di un frutto. La mia opera è partita dallo studio dell’etrusco, una lingua enigmatica di cui non si conosce la costruzione sintattica. Mi sono comportato quasi come un archeologo ricercando direttamente sulle lapidi e sui reperti storici parole rare che richiamassero l’universo. Su una delle tre Tavole di Pyrgi ho trovato la parola “stelle”, in etrusco Pullumva e l’ho riportata su una superficie di sughero. Ho diviso il secondo lavoro in due sezioni, ispirandomi al Fegato di Piacenza, guida galattica degli auruspici che guardando i fegati degli ovini leggevano il futuro. La parte inferiore che risulta convessa riporta due emisferi, l’emisfero del sole e l’emisfero della luna: ho vettorializzato le due scritte lavorando sull’ambivalenza e sull’inversione tra sfondo e scritta.

51-ridim-Leonardo-Petrucci-Paolo-Landriscina-Photographer

Quali sono i riferimenti cabalistici che utilizzi?

Da non esperto cerco di utilizzare la branca esoterica della Cabala ebraica per lavorare sul simbolo. Trovo molto interessante l’albero di Sephiroth, l’albero della vita ebraico perché innanzitutto è rovesciato, ha i rami in basso e le radici nella parte superiore e diversamente da quello cristiano in cui l’uomo è centro del mondo, l’albero ebraico è totalmente riferente a Dio ed è composto dai cerchi di contenimento delle virtù divine: Malkhùth è al livello inferiore rappresentando la realtà fisica, mentre la più alta è Kèter, “la corona”o diadema regale (centro della volontà creatrice, ispirazione dell’universo), che paradossalmente risiede nelle radici. Anselm Kiefer ha utilizzato nelle sue opere questo riferimento come anche altri artisti. Inoltre la disciplina esoterica che studia la Cabala ebraica separa le sfere di contenimento non secondo canali ma secondo tre colonne: maschile, femminile e al centro l’androgino.

È proprio l’essere androgino che ha ispirato la mia personale Antropofagia. L’androgino nasce dalla fusione dei due principi maschile e femminile. La materia viene elaborata e purificata con il fuoco durante un processo, il matrimonio alchemico, che porta ad un’unione simbiotica. La riproduzione delle mantidi, centrale in Antropofagia, è un’unione violenta come il matrimonio alchemico che porta attraverso la morte apparente, la mortificazione della materia, alla rinascita. Ho adottato la Cabala come strumento di traduzione artistica, mi interessa molto l’attenzione prestata all’atto, alla forza vibrazionale legata al numero. Alcune scoperte nel mondo scientifico della quantistica ci hanno rivelato, come nell’antico mondo orientale si credeva, che siamo in risonanza tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande: questo aspetto mi intriga e sollecita la mia arte.

L.Petrucci_acetati_installation_viewl

Sempre soffermandoci sulla coincidentia oppositorum, quali sono gli spunti, anche di matrice junghiana, che utilizzi?

Nel mio lavoro è sempre presente l’idea che due corpi si incontrino e convergano in un unico punto. Parlo sempre di dualità, il fatto di lavorare con gli asteroidi, mantiene sempre il concetto di “impatto”, il contatto che include un senso di equilibrio e di bilanciamento.

Da un punto di vista concettuale si ritrovano punti in comune con gli studi junghiani ad esempio con il libro Misterium congiuntionis. Certamente, lavori di 4 o 5 anni fa riportano l’utilizzo del simbolo, di monogrammi e simboli astrologici. Tuttavia, andando avanti nella mia ricerca, provo ad emanciparmi da questo aspetto strettamente alchemico.

tumblr_nwxwy97HcZ1uwltgio1_1280

Quando hai sentito per la prima volta questa spinta verso il mondo alchemico, verso i codici linguistici e matematici?

È nato in me ai tempi del liceo artistico, soprattutto verso il quinto anno. Feci una tesina sui messaggi subliminali e le illusioni ottiche. Non mi interessava il fatto che il messaggio venisse utilizzato per intaccare la mente, mi affascinava invece ciò che era occulto, non-esplicito. Volevo avere una chiave di lettura non canonica di ciò che mi circondava. Ero atratto da artisti come Escher e Dalì e dalle teorie della Gestaldt. Arrivato poi all’Accademia con il corso “il mito e l’immortalità” ho riscoperto l’alchimia e De Dominicis che guardava alla civiltà dei Sumeri e alla loro mitologia enigmatica. Ho riscontrato infine in figure nevralgiche della Storia dell’arte come Duchamp, Kline, Durer, Da Vinci una possibilità dell’artista di indossare un vestito alchemico.

2016 - Scultura Atmosferica Disciplina Atmosferica - Gesso e erba sintetica - dimensioni variabili

Parlami dell’opera che hai realizzato appositamente per lo Studi Festival di Milano.

La mia idea era quella di creare un’opera che riflettesse e incarnasse il movimento. Durante i miei viaggi ho iniziato a portare in aereo delle bottigliette di plastica vuote, a 13.700 metri (massima di alta quota) le stappavo facendo sì che si ricreasse all’interno la pressione atmosferica prima di richiuderla. Non appena l’aereo atterrava si creava una compressione che schiacciava le bottigliette.

Per Studi Festival ho utilizzato 8 bottigliette per dichiarare il mio spostamento Roma-Malpensa. Ho ricreato da queste dei positivi in gesso: veniva fuori l’anima della bottiglietta con la deformazione, la dimostrazione sia fisica che concettuale del fenomeno atmosferico. Posizionando i calchi su un minuscolo tappeto di erba sintetica ho provato a simulare con “Scultura atmosferica e disciplina atmosferica” una sorta di Stone Age in miniatura, di richiamo alle civiltà megalitiche trasformate in “minilitiche”.

Installazione-Temple-University-2013-01

Il legame con la terra, con la Toscana?

Un ritorno all’origine con il lavoro sugli etruschi, un’origine che probabilmente neanche mi appartiene (siamo al IV secolo a.C.). Ho studiato al liceo artistico di Grosseto dove Biagio Cuomo è stato per me un maestro. Inoltre la peculiarità toscana e l’interesse per il disegno ha dato alla mia formazione un accento fondamentale: sento come se la matita fosse una sorta di protesi della mano. Provengo dalla Maremma toscana, con il suo aspetto selvaggio, da piccolo ero legato alla natura e alla campagna, non ero attratto dal macrocosmo, dall’universo. Distaccandomi dalla mia terra natale mi sono affacciato verso altri mondi, è rimasto persistente l’aspetto naturalistico infatti lavoro con le pietre, con gli insetti.. non c’è nulla di artificiale, l’artificiale è racchiuso nella tecnica: lavoro con il plexiglass, con le bottiglie di plastica, con la stampa 3D!

Articoli Correlati

  • Il MLAC riparte con una mostra per “Contestare l’ovvio”
  • DOUBLE|U, l’arte di ADR per la “sopravvivenza dell’antico”
  • Desiderio, l’artista-regista che mixa video, musica e pittura
  • Very locals, in mostra le polaroid rielaborate da Tadhboy
  • CAMERINI, l’arte che riapre MAS e si mette in vetrina
  • Apocalypse wow, arte ed ironia per salvare il mondo

Commenti

commenti

Tweet
di Giorgia Basili


Articoli correlati


All’Ex Dogana si celebra l’EX VOTO degli artisti residenti
aprile 11, 2018

Nocturnal Emissions, l’arte tra carta e “pelle”
novembre 9, 2017

Il MLAC riparte con una mostra per “Contestare l’ovvio”
ottobre 25, 2017


  • facebooklink twitter youtubelink google+ youtubelink

  • Recent Posts

    • All'Ex Dogana si celebra l'EX VOTO degli artisti residenti
      aprile 11, 2018
    • Nocturnal Emissions, l'arte tra carta e "pelle"
      novembre 9, 2017
    • Il MLAC riparte con una mostra per "Contestare l’ovvio"
      ottobre 25, 2017
    • DOUBLE|U, l'arte di ADR per la "sopravvivenza dell'antico"
      ottobre 12, 2017
    • La seduzione della memoria nelle opere di Karlos Pérez
      ottobre 7, 2017
  • No(w) Regrets

    No(w) Regrets
  • i più letti

    • L'inno della Serie A e Allevi, che tra i litiganti...
      agosto 2, 2015
    • Perché Tsipras non è un traditore, un commento a freddo
      luglio 23, 2015
    • San Basilio, l'arte urbana contro il degrado delle...
      giugno 18, 2015
    • Perché i campi rom esistono e oggi sono un problema
      maggio 14, 2015
    • «E io alla street art gli do fuoco», intervista a Hogre
      gennaio 28, 2015
    • Guida ai cinema d'essai (ancora aperti) di Roma
      gennaio 10, 2015
    • Unar conferma, gli stranieri delinquono meno degli...
      novembre 6, 2014
    • Immigrazione, cosa cambia da Mare Nostrum a Triton
      novembre 1, 2014
    • L’opera di Hassan Fathy, architettura partecipata...
      settembre 1, 2014
    • L'esperimento di Facebook. Ecco cosa accade se metti...
      agosto 14, 2014

  • Find us on Facebook

  • Produzioni

    • Dentro la Giungla di Calais | di Federico Annibale...
      marzo 29, 2016
    • Dentro la Giungla di Calais |di Federico Annibale (parte...
      marzo 8, 2016
    • "La mappa di Parigi" | di Fulvio Cozza
      novembre 16, 2015
    • "Stavo scappando" | di Ilaria Nassa
      novembre 7, 2015
    • "Jack" | di Alessandro Senzameno
      novembre 1, 2015

  • lab2.0 Magazine


  • © dailystorm.it | Dev IMSEO

    Testata giornalistica iscritta al Registro della Stampa del Tribunale di Roma, autorizzazione n. 12 del 15 Gennaio 2013.

    ISSN 2421-1168

  • AdSense

  • Per collaborare con dailySTORM, segnalare iniziative, proporre inserzioni e acquistare spazi pubblicitari, scrivici a:

    redazione@dailystorm.it

  • Pagine

    • Chi siamo
    • Contatti
    • Redazione
    • Condizioni di utilizzo
    • Privacy
    • Informativa sui cookie

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.OkInfo