Francoforte. Il nostro amico e collega rimane in carcere. Sarà processato agli inizi di giugno, col rischio di scontare due anni di pena. Ma continua a scrivere. Per tirarsi su e comunicarci le sue sensazioni. Ecco altri dei suoi versi, composti in cella [Skip to English version]
Disegno di Marc Chagall
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Al gran ballo con la libertà
— di Federico Annibale
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Passo quando vuoi bella libertà,
ti vengo a prendere quando desideri.
Ma niente carrozze, niente macchine:
andremo in bicicletta.
Pedaleremo, assaggeremo insieme le strade,
la gente, i cani, i palazzi, la birra, la tua splendida forma.
Che volto hai? Come ti mostri?
Chi lo sa! Tu sei diversa per ognuno di noi.
Con la bicicletta arriveremo al gran ballo.
Sì, lo so, che parola altisonante.
Stonante, in effetti.
Ma fatti offrire una birra prima d’entrare.
Non senti l’alcool che sale? Come sorridi…
Dio mio, che bellezza spudorata che sei.
Entriamo ora, forza. Abbiamo l’invito.
Guarda quanta gente. Ridono: denti, labbra, capelli.
Troppi, troppi in effetti. E allora andiamo via.
Dove tu vorrai.
Così riprendiamo le bici. Pedaliamo, pedaliamo
Per giorni, anni, secoli.
Ma tutto ha una fine, anche la nostra pedalata.
E siamo arrivati alla fine del mondo, sul precipizio.
E ci sediamo, con le gambe che penzolano nel vuoto assoluto.
Qui è bello e siamo solo tu ed io.
Mi ami? Anche io in effetti.
Baciamoci. Com’è bello.
Il cuore scoppia, sfonda la cassa toracica e si getta nell’assoluto.
Ora possiamo tornare indietro. Tanto non potrò più soffrire.
Grazie.
La mia permanenza qui, apatica e scabra, non sarà più dolore.
Grazie libertà, mi hai liberato.
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