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HoloLens, come funzionano gli occhiali virtuali di Microsoft

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24 Gen 2015   di Federico Gennari Santori
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Videogiochi materializzati in salotto. Interlocutori via Skype proiettati sul soffitto. Viaggi su Marte. Così comincia la rivoluzione di Satya Nadella, il nuovo ceo battezzato da Bill Gates. Tutto quello che vorreste sapere sul nuovo dispositivo che monterà Windows 10. Proiettandoci nella realtà aumentata. A metà tra Google Glass e Oculus Rift

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UNA NUOVA STRATEGIA – Windows 10, l’attesissimo sistema operativo con cui il colosso fondato da Bill Gates prova a rilanciarsi, è arrivato. E non delude le aspettative, segnando il gran ritorno di Microsoft tra quei colossi dell’innovazione tecnologica, rispetto ai quali era rimasta indietro. Un tutt’uno. Così si presenta il nuovo software, studiato per girare non solo su pc, ma anche su smartphone, tablet, Xbox e quant’altro. Stop alla frammentazione, all’alternanza dei dispositivi, alla staticità nell’uso delle tecnologie. Con questa visione Satya Nadella, divenuto Ceo di Microsoft dopo 20 anni dal suo arrivo, ha preso le redini della compagnia per portarla verso il rinnovamento. E imporla su mercati sempre più importanti dai quali è rimasta taglaita fuori, come quello del mobile.

GLI OCCHIALONI – Windows 10 è stato progettato per essere con noi 24 ore su 24, su ogni strumento che utilizzeremo, nel lavoro e nello svago, tra i file e su internet. Ad assisterci una versione potenziata di Cortana, l’assistente virtuale di casa Microsoft, che risponderà ai nostri comandi vocali. Da oggi Microsoft intende offrire non solo uno strumento per produrre – come ha sempre fatto e meglio, ma un servizio per diventare più produttivi. Ma c’è una costola del nuovo scheletro tecnologico eretto dal colosso di Redmond che più di tutte le altre ha attirato l’attenzione di esperti e curiosi. Si tratta di un paio di grandi occhiali che promettono di offrire a chi li indosserà un’esperienza senza precedenti. Gli HoloLens sono un assaggio di ciò che Microsoft intende lanciare sul mercato nei prossimi anni. Vediamo subito di che cosa si tratta, grazie alle illustrazioni di Chris Philpot.

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Componenti

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  • 1. Fotocamera
  • 2. Computer
  • 3. Lenti
  • 4. Ventola

Il progetto HoloLens è dotato di una fotocamera di profondità con un campo visivo che spazia da 120 a 120 gradi.

Ben 18 sensori inondano il cervello del dispositivo con terabyte di dati ogni secondo. Ad elaborarli, GPU, CPU e il primo HPU (Holographic Prcessing Unit) di questo tipo, incorporati.

Per ingannare il cervello a percepire immagini olografiche a una certa distanza di finzione, i fotoni entrano attraverso le due lenti, dove rimbalzano tra gli strati di vetro blu, verde e rosso prima di colpire la parte posteriore dell’occhio.

Gli occhiali sono molto più potenti di un portatile, ma non si surriscalderanno. L’aria calda fluisce ai lati, dove sfiata.

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Interfaccia

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  • 5. Gesti
  • 6. Voce
  • 7. Sguardo

Gli ingegneri stanno mettendo a punto un sistema chiamato holding che permetterà di afferrare e manipolare oggetti olografici. Aprire la mano vi riporterà a una schermata iniziale.

Microfoni incorporati nel dispositivo catturano i comandi vocali.

Dei sensori seguono i movimenti degli occhi e aggiustano il display.

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Utilizzi

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  • 8. Ologrammi
  • 9. Ambientazioni virtuali
  • 10. Realtà aumentata

Il dispositivo può proeittare un ologramma in una stanza e bloccarlo in una posizione (una caratteristica essenziale che i suoi ingegneri chiamano pinning). Rispetto al movimento relativo dell’oggetto rispetto a voi, potete muovervi intorno ad esso e guardadlo da ogni angolazione.

Gli HoloLens possono simulare uno spazio fisico, come la superficie di Marte. Una volta dentro questi ambienti, scienziati possono interagire con gli oggetti e coprire lo spazio con bandiere virtuali.

Il dispositivo analizza il vostro ambiente e può costruire un modello digitale in tempo reale. Se state giocando a un videogame, un personaggio può saltellare come un ologramma per il vostro salotto. HoloLens non soo sa che il divano è lì, vede anche che è fatto di pelle. E che è molto più morbito del vostro pavimento in legno.

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A CHE COSA SERVONO – Parlare su Skype vedendo il nostro intelocutore proiettato su una parete o sul soffitto. Giocare a Minecraft e altri videogame muovendoci nell’ambientazione ricreata in salotto. Visualizzare le immagini di progetti e modelli da stampare in 3D. Muoversi in scenari fantastici o irraggiungibili, come le sabbie di Marte, accompagnati da illustri scienziati. Sono queste alcune applicazioni degli HoloLens, mostrate nel quartier generale di Microsoft durante la presentazione di Windows 10. Cortana, ovviamente, sarà parte integrante del funzionamento di questo dispositivo nel rispondere ai comandi. Ora, molti potrebbero pensare che l’azienda di Gates, proprio come si è buttata sugli smartphone dopo tutti gli altri, abbia così fatto il suo ingresso nelle wearable technology. Per ultima. Ma stavolta non è così. Gli HoloLens sembrano davvero qualcosa di diverso. Primo: non hanno bisogno di essere collegati a smartphone o altri dispositivi per funzionare grazie a un processore incorporato. Secondo: non si limitano ad assisterci, facendoci utilizzare strumenti e visualizzare informazioni senza bisogno di fissare gli occhi su uno schermo grande o piccolo.

AMPLIFICARE LA REALTÀ – C’è un terzo punto: non sono la copia dei Google Glass e nemmeno di Oculus Rift, la maschera per la realtà virtuale acquistata da Facebook. Gli HoloLens, come suggerisce il nome che gli è stato dato, uniscono le utili applicazioni di Windows 10 alla tecnologia degli ologrammi. Proiettandole non su una lente vicina al nostro occhio o uno schermo, ma all’interno della realtà stessa, dandoci la possibilità di interagirci fisicamente. Siete in cerca di una strada? Beh, gli occhialoni di Microsoft vi permetteranno vi vedere una mappa con indicazioni stradali materializzarsi davanti a voi. Sul pavimento, sul muro, per aria. In sostanza, sembrano stare esattamente a metà tra i prodotti sviluppati dagli altri due colossi della tecnologia informatica: creano oggetti di realtà virtuale (quella che ci mostra Oculus Rift, come se fossimo all’interno di un videogioco) all’interno della realtà fisica (quella che vediamo con i Google Glass, assistiti da una serie di applicazioni che vediamo in funzione sulle lenti). Si tratta di realtà “aumentata”, forse nel senso più letterale che si sia mai potuto attribuire a questo termine. Non resta che attendere gli sviluppi del nuovo prodotto e com sarà accolto sul mercato.

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di Federico Gennari Santori
Attivista in associazioni e movimenti fin dal liceo (fieramente classico), incappato nel mondo del giornalismo. Che mi piace, al punto da aver partorito la folle idea di dailySTORM, che oggi coordino. Tempo perso? Lo vedremo. E comunque, già da ora so che non lo è affatto.


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