La notizia arriva da oltre oceano e in poco tempo fa il giro del mondo: la Walt Disney taglia i fondi ai boyscout americani per discriminazioni nei confronti degli omosessuali.
IL CASO – La Walt Disney Company , leader assoluta nel mercato dell’intrattenimento per l’infanzia, ha deciso di interrompere ogni tipo di collaborazione di natura economica con i boy scout americani. Le ragioni che hanno condotto l’azienda ad una scelta così drastica risiedono nelle regole, a detta di molti discriminatorie, adottate dall’organizzazione giovanile statunitense, che vietano ai ragazzi gay di andare a ricoprire posizioni di leadership all’interno del gruppo. Malgrado da gennaio 2014 un mini referendum interno al movimento abbia definitivamente sancito l’ingresso, più o meno condiviso, degli omosessuali nell’organizzazione, comunque continua a vigere il divieto per questi ultimi a diventare capi.
Una posizione controversa e assolutamente contraria alla politica aperta e inclusiva della società di Walter e Roy Oliver Disney. Il programma di beneficenza della Compagnia dei Sogni infatti prevedeva che i dipendenti donassero ore di lavoro volontario in cambio di soldi in contanti con cui finanziare varie iniziative benefiche gestite dagli scout. E attenzione, le cifre sono alquanto considerevoli, soltanto nel 2010, infatti, i dipendenti con 548.000 ore di volontariato avrebbero raccolto qualcosa come 5 milioni di dollari. Ma come sottolineato chiaramente dalle linee guida dell’azienda, un’organizzazione non può accedere a tali finanziamenti se: “adotta politiche discriminatorie sulla base della razza, religione, colore, sesso, nazionalità, età, stato civile, capacità mentale, fisica o orientamento sessuale”. Dura lex, sed lex.
APPLAUDONO LE ASSOCIAZIONI LGBT – La decisione della Walt Disney è stata condivisa da molte associazioni, in primis dalla Human Rights Campaign, la più grande associazione LGBT di America. Diana Fidas direttore del settore uguaglianza della stessa organizzazione, fa sapere di essere molto soddisfatta per la presa di posizione dell’azienda californiana e di condividere pienamente il messaggio di tolleranza che la Compagnia dei Sogni, dissociandosi dalla politica discriminatoria degli scout, ha inteso inviare alle giovani generazioni.
In un recente rapporto, la Human Rights Campaign, rende nota una classifica di Fortune, dalla quale si evince che la maggior parte delle prime 500 multinazionali americane negli ultimi anni ha adottato politche di tutele nei confronti dei dipendenti omosessuali, per evitare che venga perpetrato nei loro confronti del mobbing o qualunque altra forma di discriminazione nell’ambiente lavorativo. Questa sorta di mortale conservatrice è costata cara agli scout americani, infatti dopo la Disney, altrettante aziende hanno deciso di tagliare gli aiuti economici ai lupetti, tra queste: la Lockheed Martin, la Caterpiller, l’Alcoa e Major League Soccer, la lega calcio americana, a testimonianza del fatto che anche lo sport rifiuta la discriminazione sessuale.