Le lobby sono sul piede di guerra. La Volcker Rule, anima della riforma finanziaria statunitense, sarà un duro colpo per l’attività di trading proprietario.
LA RIFORMA – L’ambiziosa riforma finanziaria made in Usa nascerà in serata. Da anni siamo abituati ad assistere a ripetuti scandali finanziari che minano l’attività economica mondiale ed ora lo Stato Federale sembra pronto a porvi un freno. Obama, in occasione di uno dei tanti scandali che hanno accompagnato gli ultimi anni di attività di Jp Morgan disse: «[esistono persone che] hanno trattato il nostro sistema finanziario come un casinò (…) Non possiamo tornare a un’era di regole deboli e poca supervisione, dove le eccessive prese di rischio di Wall Street e la mancanza di supervisione di base da parte di Washington hanno quasi distrutto la nostra economia». Sono state così incaricate cinque agenzie tra cui la Cftc, Sec e Fed con il compito di tracciare la strada per rendere effettiva la riforma che stasera voteranno quasi in contemporanea.
La Volcker Rule è uno strumento che dovrebbe abbattere quel muro ideologico in cui si è sviluppata la crisi del 2008, frenare la rincorsa alla speculazione e mettere i grandi traders con le spalle al muro. Il nome è quello dell’ex presidente della Federal Reserve Paul Volcker, ideatore della stretta di regolamentazione auspicata ora dal governo; ma il documento toccherà gli interessi di tutti gli istituti di credito per esorcizzare il rischio eccessivo del sistema bancario. Intanto, mentre un’America è pronta a festeggiare quella che potrebbe essere una rinata consapevolezza del ruolo dell’economia finanziaria, un’altra, quella che fino ad oggi tramite essa ha fatto le proprie fortune, si dichiara sul piede di guerra.
BYE BYE TRADING PROPRIETARIO – Il documento dovrebbe essere composto da un migliaio di pagine, di cui solo 70 sarebbero destinate all’illustrazione delle nuove regole, mentre le altre 900 dovrebbero spiegare nel dettaglio le interpretazioni di quest’ultime per cercare di evitare tentativi di elusione futuri. Il percorso della Volker Rule è stato talmente travagliato (è già in ritardo di un anno) che ancora oggi sono state approvate dagli istituti promotori soltanto il 40% delle norme inizialmente proposte a causa della complessità delle normative e la difficoltà di coordinamento tra le agenzie. Ma che cosa dovrebbe cambiare con la sua approvazione?
In sintesi, la riforma dovrebbe impedire che le banche commerciali utilizzino i depositi raccolti dai propri clienti per mettere in atto veri e propri apparati di trading speculativi. L’attività d’investimento o speculazione messa in atto da un istituto finanziario per contro proprio, il cosiddetto “trading proprietario”, sembra quindi destinato a cessare per lasciar posto ad attività di trading solo se questo avrà il fine ultimo di proteggerlo da rischi sostanziali. Eppure, numerose aziende finanziarie sembrano intenzionate a portare la normativa in tribunale per far luce sulle ambiguità di confine tra hedging speculativo e rischi inaccettabili. Nonostante tutto, sembra che sarà ritenuto irregolare il “portfolio hedging” (strategia rischiosa volta a favorire i clienti e le banche da shock negli assets di portafoglio), che ha portato Jp Morgan a perdere 6 miliardi di dollari in scommesse sbagliate sui derivati.
Intanto, mentre molte banche stanno investendo risorse per prepararsi a recepire le nuove norme senza incappare in provvedimenti legislativi frutto di errate gestioni finanziarie, le lobby della finanza sono sul piede di guerra. E’ simbolica a tal proposito la dichiarazione di Bill Singer, legale specializzato in cause finanziarie che in un’intervista al Ny Times ha dichiarato: «Morgan Stanley e Goldman Sachs assumeranno i migliori avvocati per cercare di venire a capo della legge. L’obiettivo di molti sarà cercare di aggirarla». Fondamentale sarà dunque un sistema di controllo interno che dovranno porre in essere gli istituti di credito e che secondo rumors potrebbe essere addirittura quotidiano. I più virtuosi saranno spinti quindi a sviluppare software in grado di rilevare istantaneamente la legittimità delle operazioni, consapevoli che il controllo interno sarà sempre preferibile alle notifiche delle agenzie federali.
E’ SOLO IL PRIMO PASSO – Per quanto buono ci sembri il provvedimento, in attesa che dimostri nel concreto la sua validità, non possiamo che ritenerlo soltanto il primo passo verso un progressivo smantellamento dell’odierna finanza speculativa in favore di un’economia rivolta agli interessi del paese, dei cittadini e delle imprese. Sicuramente, c’è ancora molta strada da percorrere e in molti si stanno già interrogando sui successivi provvedimenti per garantire la definitiva regolamentazione del settore.
La divisione tra banche commerciali e banche di investimento, prevista dal Glass-Steagall Act ma abolita durante la presidenza Clinton, potrebbe essere un importante spunto di riflessione ma la priorità resta sicuramente l’eliminazione delle forme più rischiose di derivati come Cdo, Cds e Mbs che ancora oggi riempiono le tasche di investitori e istituti di credito. La strada è ancora lunga quindi e sarà difficile ostacolare le pressioni esterne dei grandi gruppi di interesse. Intanto c’è da augurarsi che una tonnellata di ricorsi non ostacoli o snaturi la reale applicazione della Volcker Rule. Wall Street è avvisata, qualcuno ancora crede nella finanza rigida e nella regolamentazione…
Andrea Salati