• Home
  • Economia
  • Società
  • Mondo
  • Arte
  • Architettura
  • Spettacolo
  • Produzioni

Giappone, si lavorerà fino alla morte. Addio età pensionabile

0 Comment
13 Giu 2013   di Andrea Salati
Tweet

La proposta shock è del Ministro delle Finanze giapponese Akira Amari. In Giappone salvare il sistema previdenziale sembra davvero un’ardua impresa.

età pensionabile

blog_sharpLE ORIGINI DELLA PROPOSTA – La proposta ha tutta l’aria di non essere soltanto provocatoria. Il Giappone naviga da tempo in una crisi economica e previdenziale di difficile soluzione tanto da spingere il premier Shinzo Abe ad intraprendere un percorso di forti riforme di politica economica e monetaria. La proposta di Akira Amari è giunta tramite un video messaggio a un convegno tenutosi a Roma, organizzato dalla fondazione Italia-Giappone.

Udito il messaggio gli interlocutori hanno immediatamente pensato ad un errore del traduttore. Invece era tutto vero, la linea del Ministro giapponese è riuscita a spaventare anche il già ferito popolo italiano, gravato dalle riforme “lacrime e sangue” della Fornero. «Tra un paio di decenni un quarto della popolazione giapponese avrà un’età superiore ai 65 anni. Aumenteranno le spese sanitarie e previdenziali e diminuirà la forza lavoro, potrebbe essere una tragedia. Ma se invece fosse possibile una soluzione a questo problema, grazie allo sviluppo tecnologico o mediante la riforma del sistema previdenziale, creando cioè una società nella quale le persone rimangano attive per tutta la vita, questa soluzione potrebbe essere esportata in tutto il mondo». Parole spaventose che ridicolizzano perfino la dura linea d’austerity intrapresa dalla troika in europa. Il paese del Sol levante ha optato, dunque, per un profondo rinnovamento economico per uscire da un ventennio di deflazione e di crescita anomala. Alle domande degli interlocutori presenti al convegno ha seguito poi un spaventosa spiegazione del ministro sul modo in cui il suo progetto dovrebbe realizzarsi.

età pensionabile

00000866.jpgNONNI MODIFICATI – Che la produttività dei lavoratori diminuisca al crescere dell’età è cosa nota e naturale. Ai fattori psicologici legati all’assenza di nuovi stimoli infatti si aggiungono il degrado fisico e psicologico, tutti elementi che hanno alimentato da sempre il cosiddetto “turnover generazionale”. Ma la natura non sembra possa scomporre i piani del Giappone e del suo audace ministro Amari:

«Utilizzando – ad esempio – le cellule IPS (staminali pluripotenti indotte, ndr), sarà possibile creare cellule sane da sostituire a quelle malate, o addirittura agli organi malati». In pratica un calcio al ricambio generazionale in nome dell’avvento della biotecnologia. Basta giovani, saranno i nonni “dopati” e rimontati in officina a sostenere l’economia del Paese per evitare il collasso del sistema previdenziale.

Le parole di Amari stanno per essere seguite dai fatti. Il governo intraprenderà un percorso di deregolamentazione del settore farmaceutico per produrre medicinali nuovi ed innovativi. Essere scettici, oltre che naturale, sembra anche doveroso. Conosciamo fin troppo bene i rischi legati ad un’innovazione troppo repentina e deregolamentata, e non conosciamo affatto le conseguenze sanitarie di un simile tentativo. Insomma, guardare ad altre soluzioni in attesa che attorno ad un simile tema possa crearsi un dibattito etico-scientifico sembra più che necessario.  Intanto auguriamoci che l’idea non giunga alle orecchie di Brunetta, noto combattente del tipico “fannullone italiano”, e a quelle della Fornero. Il timore è che potremmo trovarci a parlare di una nuova riforma “protesi e catetere”. Sembra di leggere un raccoto di fantascienza. Eppure, è la realtà.

 età pensionabile

images (9)SGUARDO AL FUTURO – La politica economica aggressiva del premier Shinzo Abe sta raccogliendo consensi nel mondo quantomeno per la sua audacia. Ma è sempre facile ammirare i rischi corsi dagli altri, soprattutto quelli legati ad una politica economica espansiva. Nell’ampio progetto di riforme, infatti, rientra anche il raddoppiamento della base monetaria del Giappone, un tentativo per aumentare l’inflazione e svalutare lo yen per accrescere le esportazioni.

Ma dietro all’arrembante tentativo di far ripartire l’economia si cela lo spettro del debito sovrano, fermo da tempo al 240% e che ora potrebbe tornare a crescere. Se è vero che il debito giapponese è detenuto in grandissima parte dai residenti, è altrettanto vero che con un eventuale aumento dell’inflazione i possessori di titoli potrebbero iniziare a richiedere tassi di interesse più elevati. Insomma, siamo nuovamente di fronte al rischio “bolla”. Per fortuna che i vecchietti, per quanto rianimati da nuove tecnologie, difficilmente arriveranno a subire gli effetti di una sconsiderata e rischiosa manovra. E’ difficile giudicare anticipatmente i risultati di queste decisioni, servirà del tempo e la fiducia dei mercati. Per ora noi limitiamoci ad impedire che ai nostri governanti di “larghissima intesa” possano venire in mente strane idee.

.

Andrea Salati

.

Articoli Correlati

  • La seduzione della memoria nelle opere di Karlos Pérez
  • Desiderio Sanzi, l’artista-regista che mixa video, musica e pittura
  • Tatsumi Kimishima, il finanziere alla guida di Nintendo
  • Riciclo e Riuso, il progetto di design per la sostenibilità ambientale
  • Fondazione Santa Lucia, il 5 per mille nel 2015 della ricerca sanitaria
  • Hitalk: 1 tema, 6 ospiti, 12 minuti per raccontarsi

Commenti

commenti

Tweet
di Andrea Salati
Passione per la politica monetaria e i conflitti ambientali. Non vedo nel mondo numeri e grafici, ma persone e fenomeni naturali. Amante del "Se non puoi sconfiggerli dall'esterno, unisciti a loro",mi sono laureato in Economia. Davvero eh, non come Giannino.


  • facebooklink twitter youtubelink google+ youtubelink

  • Recent Posts

    • All'Ex Dogana si celebra l'EX VOTO degli artisti residenti
      Aprile 11, 2018
    • Nocturnal Emissions, l'arte tra carta e "pelle"
      Novembre 9, 2017
    • Il MLAC riparte con una mostra per "Contestare l’ovvio"
      Ottobre 25, 2017
    • DOUBLE|U, l'arte di ADR per la "sopravvivenza dell'antico"
      Ottobre 12, 2017
    • La seduzione della memoria nelle opere di Karlos Pérez
      Ottobre 7, 2017
  • No(w) Regrets

    No(w) Regrets
  • i più letti

    • L'inno della Serie A e Allevi, che tra i litiganti...
      Agosto 2, 2015
    • Perché Tsipras non è un traditore, un commento a freddo
      Luglio 23, 2015
    • San Basilio, l'arte urbana contro il degrado delle...
      Giugno 18, 2015
    • Perché i campi rom esistono e oggi sono un problema
      Maggio 14, 2015
    • «E io alla street art gli do fuoco», intervista a Hogre
      Gennaio 28, 2015
    • Guida ai cinema d'essai (ancora aperti) di Roma
      Gennaio 10, 2015
    • Unar conferma, gli stranieri delinquono meno degli...
      Novembre 6, 2014
    • Immigrazione, cosa cambia da Mare Nostrum a Triton
      Novembre 1, 2014
    • L’opera di Hassan Fathy, architettura partecipata...
      Settembre 1, 2014
    • L'esperimento di Facebook. Ecco cosa accade se metti...
      Agosto 14, 2014

  • Find us on Facebook

  • Produzioni

    • Dentro la Giungla di Calais | di Federico Annibale...
      Marzo 29, 2016
    • Dentro la Giungla di Calais |di Federico Annibale (parte...
      Marzo 8, 2016
    • "La mappa di Parigi" | di Fulvio Cozza
      Novembre 16, 2015
    • "Stavo scappando" | di Ilaria Nassa
      Novembre 7, 2015
    • "Jack" | di Alessandro Senzameno
      Novembre 1, 2015

  • lab2.0 Magazine


  • © dailystorm.it | Dev IMSEO

    Testata giornalistica iscritta al Registro della Stampa del Tribunale di Roma, autorizzazione n. 12 del 15 Gennaio 2013.

    ISSN 2421-1168

  • AdSense

  • Per collaborare con dailySTORM, segnalare iniziative, proporre inserzioni e acquistare spazi pubblicitari, scrivici a:

    redazione@dailystorm.it

  • Pagine

    • Chi siamo
    • Contatti
    • Redazione
    • Condizioni di utilizzo
    • Privacy
    • Informativa sui cookie

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.OkInfo