• Home
  • Economia
  • Società
  • Mondo
  • Arte
  • Architettura
  • Spettacolo
  • Produzioni

Sentenza storica: l’Islanda non deve pagare i debiti delle banche

0 Comment
29 Gen 2013   di Stefano Vito Riccardi
Tweet

La sentenza del tribunale dell’EFTA è chiara: l’Islanda non deve pagare i debiti delle banche con cittadini Inglesi e Olandesi dopo il crack del 2009.

.

landsbanki_1006784c-300x187 La controversia nasce nel 2009 quando l’Islanda, dopo il crack del suo sistema finanziario, si era rifiutata di restituire i soldi ai 350mila clienti inglesi e olandesi della Icesave, il conto online della banca Landesbanki che aveva attratto 4,5 miliardi di euro di depositi da 350mila clienti stranieri grazie ai tassi d’interessi molto (troppo) alti.

Le autorità bancarie inglesi e olandesi, dopo un primo braccio di ferro con l’Islanda, avevano deciso di rimborsare al 100% i loro concittadini che avevano, evidentemente, perso altrimenti i risparmi, riservandosi di rivalersi in sede legale con Reykjavik.

 

IL RICORSO ALL’EFTA – A investire il Tribunale dell’Efta (Associazione Europea del Libero Commercio, alla quale aderiscono oltre ad alcuni paesi dell’UE anche Islanda, Liechtenstein e Norvegia) del caso era stato un ricorso dell’Autorità di Vigilanza degli Accordi Efta contro il rifiuto dell’Islanda di pagare 3,9 miliardi di euro alla Gran Bretagna e all’Olanda. Come detto i governi di Londra e l’Aja avevano scelto di coprire le perdite dei propri cittadini, e successivamente avevano chiesto un indennizzo alle autorità di Reykjavik, richiesta impugnata dall’Islanda. Oltretutto l’Islanda, grazie al recupero della sua economia e al riassetto del suo sistema creditizio, ha nel frattempo provveduto a rimborsare la cifra minima (20mila euro a testa) prevista dagli accordi Ue.

proteste-in-Islanda

LA SENTENZA – (clicca qui per leggere il testo della sentenza) Il Tribunale, con sede a Lussemburgo, ha stabilito il 28 Gennaio 2013 che il governo dell’Islanda non ha violato la legislazione europea quando ha deciso di non risarcire gli investitori straneri della banca on-line Icesave, dipendente da una delle principali entità finanziarie fallite nel 2008.

Nella sentenza, infatti, l’Efta spiega come l’Islanda non abbia contravvenuto le normative europee vigenti al momento dei fatti quando decise di non risarcire gli azionisti stranieri. Decisione tra l’altro avallata da un referendum appositamente convocato, attraverso il quale la maggioranza dei cittadini del paese valutarono di non investire denaro pubblico per ripianare i debiti con le banche private fallite. Altro passaggio decisivo della sentenza è che il Tribunale ha stabilito come il governo islandese non abbia compiuto un atto discriminatorio decidendo invece di risarcire gli azionisti del Paese.

.

25fc2c5330f0219ae4261ec07061c65e9fbdce85e9dcb3d35a4c2371NOI IL DEBITO NON LO PAGHIAMO – Ovviamente, questo è un bel sospiro di sollievo per l’Islanda, risanata dal crac da 80 miliardi di euro (otto volte il suo pil) delle sue banche. Infatti il governo di Reykiavik si è detto molto soddisfatto per la decisione del tribunale dell’organismo internazionale che ha dato ragione all’Islanda. Al contrario, vari governi europei secondo i quali c’è bisogno di una normativa più stringente per i casi simili a quelli dell’economia islandese del 2008-2009. Dura, invece, la Commissione Europea, secondo la quale “i rimborsi dei depositi bancari devono sempre essere garantiti, anche nel caso di una crisi sistemica”.

Perciò l’Islanda non dovrà ripagare i debiti delle banche con soldi pubblici. Anche se, In realtà, il governo si è impegnato a risarcire, per quanto possibile, gli investitori stranieri. Ma in maniera graduale e senza attingere ai fondi pubblici. E’ questo il vero nodo della questione: non è lo Stato ed i suoi cittadini che devono pagare per gli errori e gli azzardi commessi dalle Banche. Ed in effetti sembra proprio che nessuno si sia fatto “male”: gli investitori sono stati rimborsati in parte dal governo Islandese e da quelli Britannici e Olandese; l’economia dell’isola artica è in ripresa, permettendo così di pagare anche la differenza dei debiti. D’altronde possono permetterselo: quest’anno l’economia di Reykjavik dovrebbe crescere del 2,9%.

.

Stefano Vito Riccardi

.

Articoli Correlati

  • Presidenza Ue, ora tocca alla Grecia. E arriva la “Volker rule” europea
  • Da Lehman Brothers ad oggi. Cinque anni per veder fallire un’idea di economia
  • “Rivoluzione Islanda”: dopo la crisi, si riparte dalla cultura
  • Europa divisa, adesso dall’euro si fugge
  • Neopaganesimo norreno, l’Islanda torna a Thor e Odino
  • Condividi prima che censurino, il complottismo che dilaga

Commenti

commenti

Tweet
di Stefano Vito Riccardi
30mila avvocati nel Lazio, più che in tutta la Francia. Vero. Quindi studio l'inflazionata giurisprudenza a Roma (4° anno). La classica frase "sei solo un numero" non può essere più vera in questa facoltà, ma ha i suoi lati positivi. Sviluppa il senso critico, che in un mondo d'apparenze, tranelli e frasi fatte, serve molto.


Articoli correlati


Le cause dei disastri ambientali secondo papa Francesco
Agosto 19, 2015

Non solo debiti, oggi la Grecia ha più migranti dell’Italia
Luglio 4, 2015

Cresce il Pil, ma #StateSereni: la recessione non è finita
Maggio 16, 2015


  • facebooklink twitter youtubelink google+ youtubelink

  • Recent Posts

    • All'Ex Dogana si celebra l'EX VOTO degli artisti residenti
      Aprile 11, 2018
    • Nocturnal Emissions, l'arte tra carta e "pelle"
      Novembre 9, 2017
    • Il MLAC riparte con una mostra per "Contestare l’ovvio"
      Ottobre 25, 2017
    • DOUBLE|U, l'arte di ADR per la "sopravvivenza dell'antico"
      Ottobre 12, 2017
    • La seduzione della memoria nelle opere di Karlos Pérez
      Ottobre 7, 2017
  • No(w) Regrets

    No(w) Regrets
  • i più letti

    • L'inno della Serie A e Allevi, che tra i litiganti...
      Agosto 2, 2015
    • Perché Tsipras non è un traditore, un commento a freddo
      Luglio 23, 2015
    • San Basilio, l'arte urbana contro il degrado delle...
      Giugno 18, 2015
    • Perché i campi rom esistono e oggi sono un problema
      Maggio 14, 2015
    • «E io alla street art gli do fuoco», intervista a Hogre
      Gennaio 28, 2015
    • Guida ai cinema d'essai (ancora aperti) di Roma
      Gennaio 10, 2015
    • Unar conferma, gli stranieri delinquono meno degli...
      Novembre 6, 2014
    • Immigrazione, cosa cambia da Mare Nostrum a Triton
      Novembre 1, 2014
    • L’opera di Hassan Fathy, architettura partecipata...
      Settembre 1, 2014
    • L'esperimento di Facebook. Ecco cosa accade se metti...
      Agosto 14, 2014

  • Find us on Facebook

  • Produzioni

    • Dentro la Giungla di Calais | di Federico Annibale...
      Marzo 29, 2016
    • Dentro la Giungla di Calais |di Federico Annibale (parte...
      Marzo 8, 2016
    • "La mappa di Parigi" | di Fulvio Cozza
      Novembre 16, 2015
    • "Stavo scappando" | di Ilaria Nassa
      Novembre 7, 2015
    • "Jack" | di Alessandro Senzameno
      Novembre 1, 2015

  • lab2.0 Magazine


  • © dailystorm.it | Dev IMSEO

    Testata giornalistica iscritta al Registro della Stampa del Tribunale di Roma, autorizzazione n. 12 del 15 Gennaio 2013.

    ISSN 2421-1168

  • AdSense

  • Per collaborare con dailySTORM, segnalare iniziative, proporre inserzioni e acquistare spazi pubblicitari, scrivici a:

    redazione@dailystorm.it

  • Pagine

    • Chi siamo
    • Contatti
    • Redazione
    • Condizioni di utilizzo
    • Privacy
    • Informativa sui cookie

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.OkInfo