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Telefoni cellulari. Faranno la fine delle sigarette?

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5 Giu 2012   di Valerio Tripodo
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L’inchiesta sui telefoni cellulari. Le ricerche scientifiche che hanno indicato il potenziale cancerogeno delle onde elettromagnetiche. Le contraddizioni dei produttori. I ripetitori in Italia. Consigli per un uso più sano del cellulare.

 

Ci sono cinque miliardi di utenti che utilizzano i telefoni cellulari. Mentre leggete questo articolo, è probabile che abbiate il vostro telefono in tasca o accanto a voi. Per quanto possa essere bello e necessario, sarebbe bene posarlo a qualche metro di distanza prima di proseguire nella lettura. Poco più di un anno fa Report mandò in onda l’ennesima inchiesta shock, per lo più snobbata dai media ufficiali. In questo documentario si cerca di capire se i telefoni cellulari siano nocivi alla salute o meno. Vediamo di fare un breve punto della situazione.

 

LA RICERCA – In letteratura scientifica è possibile trovare svariate ricerche che affermano di non aver trovato alcun nesso causa-effetto tra uso dei cellulari e cancro. Queste ricerche sono state spesso finanziate dalle stesse case produttrici di telefoni, e ai loro risultati se ne contrappongono molte che hanno evidenziato risultati opposti.

Nel 1993, il ricercatore statunitense Henry Lai, pubblicò uno studio sull’effetto delle onde elettromagnetiche dei telefoni cellulari sui ratti. Questi infatti, una volta esposti per 2 ore alle onde di un comune cellulare, presentavano tracce di DNA interrotto: un effetto biologico che può essere all’origine del cancro. 

Nel 1998, un altro ricercatore di nome Jerry Philips, replicò gli esperimenti effettuati sui ratti, utilizzando questa volte delle cellule umane. I risultati furono gli stessi: tracce di DNA interrotto.

Il 31 maggio 2011 il verdetto più importante: l’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblica un documento in cui viene ammesso che le radiazioni dei cellulari sono potenziali cancerogeni, di classificazione IARC 2B. Quindi, le onde elettromagnetiche vengono indicate come potenziali agenti cancerogeni, di cui si hanno ancora limitate evidenze per mancanza di dati.

Altri scienziati, come Lennart Hardell, hanno espresso maggiore preoccupazione riguardo alla correlazione cellulari-tumori in seguito ad altre ricerche svolte privatamente, ma sicuramente c’è ancora bisogno di chiarezza, e di una ricerca scientifica portata avanti con trasparenza e solidità.

 

CONTROSENSO – Al giorno d’oggi nessuno legge più il libretto d’istruzioni dei cellulari. Eppure, in alcuni di essi (come in quello dell’iPhone), viene consigliato di mantenersi ad una distanza di qualche centimetro quando si effettua o si riceve una chiamata. Si ritiene che, in questa maniera, una minore quantità di onde elettromagnetiche penetri all’interno del cervello.

Le ricerche per mettere a punto questo metodo d’utilizzo sono state finanziate dagli stessi produttori di telefoni, il che lascia qualche sospetto di non affidabilità. La domanda sorge spontanea: se non vi è alcuna evidente prova scientifica della cancerogenosità dei cellulari, perché consigliare di mantenerli ad una certa distanza?

 

ANTENNE – Anche le antenne ripetitrici emettono campi magnetici potenzialmente pericolosi per l’uomo, e i cellulari hanno bisogno proprio di molte di queste antenne. Per questo ce ne sono ad ogni angolo della città.

Nel 2002 l’ex Ministro delle Telecomunicazioni Gasparri fece approvare un decreto (Decreto Legislativo n. 198 del 4/9/2002) che prevedeva la possibilità di installare antenne per cellulari praticamente ovunque, senza rispettare alcun criterio urbanistico. Nel 2011 si sono poi alzati i limiti di emissione di onde da parte delle stesse.

L’ARPA (Agenzia Regionale  per la Protezione dell’Ambiente) è l’ente predisposto al controllo della sicurezza ambientale, ma basa le sue misure di sicurezza sulle indicazioni fornite dagli stessi produttori. Ancora una volta si verifica, quindi, un caso di conflitto di interessi: chi vende il prodotto interferisce con le scelte di chi dovrebbe controllarne la qualità.

 

LA STORIA SI RIPETE – Come è successo per le sigarette, ci vorranno anni per una completa chiarezza sulla questione. Potete anche solo immaginare quante scartoffie burocratiche vi siano dietro e quanti stratagemmi abbiano a disposizione le lobby per rallentare il processo.

In attesa di maggiori informazioni su i danni dovuti dalle onde emesse dai telefoni cellulari, che certo bene non possono fare come abbiamo visto, è bene tenere a mente qualche piccolo accorgimento nell’utilizzo che ne facciamo quotidianamente: chiamate sempre con l’auricolare (riduce l’esposizione alle onde del 90%), togliete il telefono dalle tasche appena potete, non dormite con il telefono acceso, o quantomeno vicino alla testa. Per i genitori: i bambini sono meno protetti rispetto agli adulti, quindi non sarebbe un male evitare di comprare il cellulare prima che compiano 10 anni, anche perché a quell’età non si capisce bene a cosa possa servirgli.

 

Valerio Tripodo

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